Speculazione o vincolismo totale ?
E’ da questi giorni in cui si parla di un nuovo tentativo di pocrtare i giuochi olimpici a Roma che traiamo lo spunto per alcune riflessioni in merito all’utilizo dei nostri splendidi bacini lacustri (che il mondo ci invidia e questo e’ un dato di fatto) per lo svolgimento di attivita’ sportive e ludiche.
Quello che colpiva di piu’ nella proposta programmatica del precedente tentativo di Roma 2020 era il totale disinteresse del Comitato per alcune realta’ della nostra regione.
Piu’ esattamente viene da chiedersi quale sia il senso nel prevedere la costruzione di un bacino artificiale quando in un raggio di 100 Km da Roma si possono annoverare perle paesaggistiche gia’ attrezzate come Albano (gia sede peraltro di gare nel 1960 di cui il recupero degli impianti poteva costituire una sfida progettuale non di poco conto) , Sabaudia o, perche’ no, dello stesso Piediluco che dal Lazio e’ fuori di pochi metri ?
La risposta, anche per i non addetti ai lavori è fin troppo ovvia.
Ma, senza entrare nel fin troppo trito discorso della speculazione, e’ evidente che il Lazio possiede laghi le cui potenzialita’ sono immense.
Naturalmente è l’aspetto turistico a farla da padrone in quanto, e’ un dato di fatto che l’economia che ruota attorno a questi laghi e’ del tutto irrilevante nell’ambito di quella del territorio stesso e questo emerge non solo dall’analisi dei dati ma e’ anche la percezione che chiunque visiti la nostra splendida regione ha.
Ma quale dovrebbe essere la politica da seguire per coniugare tutela e sviluppo ? Turismo e conservazione ? Utilizzo e salvaguardia ?
Quali sarebbero nel concreto le possibilita’ di trovare un equilibrio che permetta di uscire da una stagnazione cinquantennale ?