Il Lazio è pieno di pietre senza nome e di nomi senza pietre.
(M. Quercioli)
In questo caso però il nome le pietre ce l’hanno ed è un nome Doc, che si ricorda e ce lo si porta appresso fino alle scuole: Alba Longa.
Il lago, quarto bacino vulcanico del Lazio per estensione, è seppur di poco il più profondo in assoluto. Con i suoi 170 metri guida infatti l’ideale classifica di profondità davanti a quello di Bracciano. Conosciuto anche come Lago di Castelgandolfo, il maggiore dei laghi dei Colli Albani, risulta originato dalla unione di 2 crateri vulcanici, come testimoniano la sua forma ellittica e la strozzatura mediana di 70 metri dal fondo che segna appunto il limite tra i 2 crateri.
Situato a 293 metri s.l.m. è lungo circa 3,5 Km per una superficie di circa 6 Kmq. Ma più che per le sue dimensioni, il lago è famoso per la sua bellezza e per quella dei paesi che lo circondano; nomi famosi a livello mondiale e tanto impressi nella storia e nella cultura romana: Castel Gandolfo che si specchia nelle sue acque, e poco più lontani a nord Marino e a sud Albano, Ariccia e Genzano, poi subito dopo l’altro lago, quello di Nemi, con ad est le rovine di Alba Longa, l’acerrima nemica di Roma da cui deriva il suo nome. Alimentato da polle subacquee, ha un emissario artificiale di epoca romana, scavato presso Castel Gandolfo nel 398-397 a.C. per propiziare la caduta di Veio; infatti, secondo la leggenda l’oracolo di Delfi predisse la vittoria di Roma su Veio, solo quando le acque del Lacus Albanus sarebbero giunte al mare senza straripare dai bordi del cratere.
Fu costruito così uno speco sotterraneo lungo 1350 metri circa e largo da 1 metro a 1,80 sotto il bordo dell’antico cratere a 128 metri, con un imbocco costituito da una camera di manovra in blocchi di peperino con 2 paratie di forati nel cui pavimento si apre il canale di deflusso, opera tuttora efficiente. Le rive scoscese e ricoperte da querce e castagni, offrono spettacolari scorci panoramici e piacevolissimi percorsi per delle passeggiate, soprattutto sulla sponda meridionale, ancora relativamente contaminata dalla presenza dell’uomo.
Anticamente, soprattutto in età imperiale, sorsero, sulla sponda sud-occidentale molte ricche ville di cui sono ancora visibili i resti. Famosi sono il ninfeo scavato nella roccia che si trova presso la stazione di Castel Gandolfo detto “Il Bergantino” o “Bagni di Diana” che faceva parte della villa di Domiziano e il tempietto repubblicano detto “Ninfeo Dorico”: La zona, infatti, un tempo meta delle famose gite fuori porta è di fatto ora un’appendice di Roma, popolata
in gran parte da pendolari e con una forte espansione edilizia, che nemmeno il vantato progetto Parco regionale dei Castelli è riuscito ad arginare. L’origine vulcanica della zona ( siamo infatti in presenza di un sistema di vulcani vecchio di 700.000 anni circa ) unita all’esposizione e naturalmente alla pressione antropica sul territorio influenzano notevolmente la vegetazione e la fauna.
Lecci, piccoli boschi di querce da sughero e castagni caratterizzano l’intera area, assieme ai vigneti segno inconfondibile della forte presenza umana.
Per quanto riguarda la fauna invece, si può parlare più di un elenco di sopravvissuti al massacro indiscriminato: volpi, istrici (forse), scoiattoli e tassi, mentre risulta estinta, almeno dalla seconda guerra mondiale la lontra che viveva proprio nelle pescose acque del lago Albano. La zona infatti fu martoriata dalla guerra nel 1944, dopo lo sbarco degli alleati ad Anzio.
Albano e Frascati furono in gran parte distrutte dai bombardamenti durante i primi 6 mesi di quell’anno. Estinte anche alcune specie di uccelli come il capovaccaio, una sorta di avvoltoio tipico della campagna romana, mentre la specie di passo quali folaghe e altri anatidi (una decina di specie circa) riescono ancora a sopravvivere, nonostante la caccia spietata.
Percorso in alto da strade panoramiche il lago è facilmente raggiungibile con la via dei Laghi che unisce Velletri a Marino e che lambisce la sponda di levante. Sulla riva opposta si erge Castel Gandolfo, conosciuto soprattutto per la presenza del palazzo Pontificio residenza estiva del Papa.
Tra questo ed Albano, sull’orlo occidentale del cratere, sorge la strada ideata da Urbano VII detta Galleria di Sopra per via degli alberi i cui rami e le cui fronde si uniscono in una volta ombrosa. Proprio da Castel Gandolfo è la discesa più semplice al lago ove tra le tante cose erano gli impianti olimpici del 1960.